ἄνεμος
Dare Vita e Dare Forma _ (14-19 Maggio 2019) :
un “laboratorio di improvvisazione”, in un luogo con un Genius Loci potente: il Mattatoio di Roma, nel Teatro La Pelanda, la cui scena è un “VUOTO” trasparente, di profondità, una prospettiva che allarga lo spazio, che sembra “urlarti” dentro, come un’Eco, che hai una responsabilità su quel vuoto, nel luogo teatrale di una Città, nel luogo di tutti, ma che è anche il “tuo” luogo, il tuo spazio, dove l’intimità della “tua” arte è offerta al pubblico, come un rito di devozione, di mistero …. dove l’unico sforzo richiesto … è l’Onestà intellettuale, artistica e del corpo.
Improvvisare… significa lasciarsi andare all’espressione, in accordo o in disaccordo con una musica, un susseguirsi di note che, come lame o un delicato sussurro, permettono al corpo di “costruire” una forma IRRIPETIBILE ed unica, perchè appartiene solo a quell’esclusivo momento di creazione …
Tutto questo è possibile solo se a guidarti in questo percorso di esplorazione, c’è un Maestro come Stefano Battaglia, un’ anima in cui si connettono musica, poesia, filosofia, regole e destrutturazione, armonia e scomposizione.
Come danzatrice e architetto ho sempre cercato il connubio tra Danza e Architettura, dimenticando che il movimento non può essere “fissato” in una forma, altrimenti non esiste movimento, non esiste energia … Questa Energia, invece , l’ha trovata la speciale fotografia di Giulia Barone, che in questo laboratorio ha espresso ciò che cercavo pensando alla danza e alle forme. Quello che nel Bauhaus gli artisti inseguivano, l’idea di uno spettacolo totale, è successo in questo laboratorio, quello che i futuristi cercavano di esprimere nei loro quadri è stato “catturato” dall’obiettivo di Giulia…quello che cercavo in me stessa, attraverso la danza, si è rivelato con la voglia di esprimere un’essenza, una vibrazione, un respiro.
E’ rimasta l’Emozione di aver chiuso gli occhi, di danzare, provando la responsabilità di restituire un po’ della bellezza che ho respirato durante questa esperienza; una bellezza fatta degli sguardi dei perfomers che ho incontrato, impauriti e potenti, al tempo stesso…una meraviglia delle note che ho ascoltato, dei suoni che mi hanno scosso, dei colori che mi hanno incuriosita, dei materiali che ho respirato. E’ rimasto un segno…un segno che l’improvvisazione può essere un gesto creativo che arriva all’anima solo se è connesso alla propria interiorità, fatta di tutte le contraddizioni possibili e di tutte le moltitudini che ci distinguono…
Qualcuno disse che la danza non si può fotografare … ma forse l’ Anima sì…
queste foto … sembrano “suonare”, di un’ identità bella come l’insegnamento di Stefano Battaglia che ci ha “diretti”…
photo Credits: Giulia Barone
dancer: Silvia Cassetta
This entry was posted on domenica, maggio 26th, 2019 at 20:19
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